Piazza l’Idea – lo spazio giovani 2.0, il servizio per le politiche giovanili dell’Azienda Speciale Retesalute, in collaborazione con i Comuni di Ello, Cernusco Lombardone, Merate e Sirtori e gli educatori ed educatrici della cooperativa sociale La Grande Casa, hanno proposto anche quest’anno l’esperienza estiva sull’importanza del bene comune. Util’Estate, sempre più conosciuta sul territorio, si rivolge ad adolescenti, dai 15 ai 18 anni, attraverso cui si dà la possibilità di svolgere interventi di utilità sociale contribuendo a migliorare gli spazi pubblici del proprio territorio. In cambio ai giovani viene dato un piccolo riconoscimento economico tramite un buono spesa.
Si sono concluse anche le esperienze di Util’Estate 2020 per i ragazzi e le ragazze dei Comuni di Sirtori e Merate.
Cinque i giovani sirtoresi – per due dei quali è stato il secondo anno – che hanno partecipato al progetto che si è svolto dal 15 al 25 luglio. Due settimane intense che, assieme all’educatrice Laura della cooperativa sociale La Grande Casa, ha permesso loro di ripulire il cortile della scuola elementare, di sistemare i giochi della scuola dell’infanzia, riordinare l’archivio dei documenti del Comune e costruire dei tavoli con dei bancali per il centro estivo di Viganò.
«Il lavoro in gruppo appare meno pesante», ci dicono i ragazzi durante la cerimonia per la consegna dei buoni, in cui tutti hanno sottolineato la bellezza del lavoro insieme. «È una bella sensazione sentirsi importanti agli occhi dei sirtoresi facendo qualcosa di utile per i cittadini e per i più piccoli.» Una delle due ragazze aggiunge: «È stato bello occuparmi proprio delle scuole dove sono andata da più piccola; è stato come tornare indietro nel tempo ma con un ruolo diverso.»
Un momento anche di socializzazione, che ha permesso di trascorrere momenti di divertimento insieme, anche se limitati dalle norme anticovid che ormai accompagnano la vita quotidiana di ognuno.
Per il Comune di Merate, invece, sono stati attivati due gruppi, uno composto da sei ragazzi e ragazze e uno da sette, il primo coordinato dall’educatrice Marta e il secondo dall’educatore Mattia. I due gruppi hanno avuto l’occasione di rendersi utili per la comunità scartavetrando e ridipingendo l’inferriata che delimita il palazzo comunale, «un lavoro duro, monotono e sotto al sole», ci tengono a precisare i ragazzi. Si sono poi occupati del rifacimento delle panchine del Parco delle Rimembranze e hanno trascorso due giorni a supporto del centro estivo di Merate.
«È stato faticoso», ammettono, «ma solo con la costanza è possibile raggiungere degli obiettivi». E ancora: «Essere a servizio della città, conoscere delle persone che non avevamo neanche mai visto e lavorare insieme per raggiungere lo stesso scopo, è stata un’esperienza unica e indimenticabile.»
Per tutti i ragazzi e le ragazze di Merate la domanda di partecipazione è arrivata dalle famiglie; hanno così iniziato il percorso senza conoscere il progetto, con un po’ di timore e timidezza. Ma appena formato il gruppo si è formato anche un forte legame, e insieme si è riscoperta la socializzazione dopo il periodo di quarantena trascorso in casa.
Su questo punto Giovanni, coordinatore del progetto di Util’Estate della cooperativa sociale La Grande Casa, aggiunge: «È stato significativo e importante restituire la socializzazione ai ragazzi dopo un lungo periodo di lockdown. Interessante anche far notare come la prima socializzazione degli adolescenti che spesso non vengono visti, ritenuti già autonomi, sia stata affidata agli educatori anch’essi in qualche modo penalizzati nel periodo di lockdown.»
Diventa sempre più fondamentale educare alla cittadinanza attiva: «Solo investendo nelle politiche giovanili» continua Giovanni, «e quindi in questa tipologia di progetti “pre-lavorativi”, si va a diminuire il vandalismo. Coinvolgere in prima persona i ragazzi significa creare una coscienza di gruppo, significa creare partecipazione e responsabilità del proprio territorio.»
Per quest’anno Util’Estate finisce qui, ma torneremo l’anno prossimo; sicuramente con meno restrizioni ma con ancora più voglia di fare del “bene comune”.